Il progetto “I grandi vini con etichetta d’Autore” inizia così: il pittore di fama internazionale Claudio Bonichi, da una tavoletta di pero del Giappone, ricava l’incisione di due figurine nude, il barbaro che rapisce la barbaresca, giocando sull’omonimia con il vino che quell’etichetta sarebbe andata a vestire, un eccellente Barbaresco Masseria 1971. Le regole sono semplici: per ogni etichetta, un’opera d’arte. Il numero di bottiglie prodotte deve essere rigorosamente riportato, ogni etichetta deve poi essere numerata e attaccata a mano, una ad una, con colla a freddo. La tiratura corrisponde al numero delle bottiglie prodotte e le prime cento sono firmate dall’Artista. Abiti su misura solo per annate eccellenti: dal 1989, con la presentazione del Barolo Villero Riserva 1982, l’etichetta d’Autore viene dedicata esclusivamente al vino di questo grande vigneto.