Parlare di Gianni Gallo significa parlare di arte, di Langa, di vino, di poesia

Sono queste le parole che Carlin Petrini dedica a Gianni Gallo, non solo disegnatore, incisore e artista di queste colline e delle sue espressioni vitivinicole ma anche uomo attento, conoscitore di questi luoghi e dei suoi sapori, dei suoi uomini con cui, nel corso della sua vita, ha tessuto relazioni di valore e di crescita. Le stesse che hanno permesso a Vietti, nelle persone di Luciana e Alfredo, di essere riconosciuto a livello internazionale. Era l’inizio degli anni ’70 quando Gianni Gallo realizzò le prime etichette: per il Moscato un fascio di spighe e fiori, per la Barbera un grillo su un pentagramma e una seconda con l’insetto nascosto tra erbe e fiori. E poi le rappresentazioni per la Freisa e i cru di Barolo. Ma Gianni Gallo, lo ricorda la Langa, è stato anche e soprattutto collettore di artisti e unione di talenti. Era una sera d’inverno, quando a casa di Luciana e Alfredo, Gianni Gallo, Claudio Bonichi e altri amici diedero forma al progetto Etichette d’Autore. Ma la storia che lega Gianni Gallo al marchio Vietti include anche la capacità di resistere, come i vini insegnano. A loro il coraggio di seguire e difendere un’idea nonostante, erano gli anni ’70, un giornalista tedesco espresse un parere negativo nel trovare insetti e fiori a vestire le bottiglie.

L’autunno, il foliage e la nebbia da Vietti

L’autunno, tra le nostre colline, quest’anno, ha tardato a mostrarsi. Ma, finalmente, la Natura ha fatto il suo corso e l’orizzonte cromatico è cambiato. La cantina storica di Vietti, arroccata nel punto più alto di Castiglione Falletto, è avvolta dalla nebbia: segno distintivo delle Langhe vestite d’autunno. E il bianco, più o meno fitto, si sposa così con i rinnovati colori della vite. Giallo, arancione e rosso ne sono i protagonisti. Il tempo del foliage diventa così l’occasione perfetta per vivere un territorio e i suoi vini. Ancora una volta, Vietti è il luogo in cui prenotare la propria esperienza. Alla scoperta del bello.

L’autunno, il foliage e la nebbia da Vietti

L’autunno, tra le nostre colline, quest’anno, ha tardato a mostrarsi. Ma, finalmente, la Natura ha fatto il suo corso e l’orizzonte cromatico è cambiato. La cantina storica di Vietti, arroccata nel punto più alto di Castiglione Falletto, è avvolta dalla nebbia: segno distintivo delle Langhe vestite d’autunno. E il bianco, più o meno fitto, si sposa così con i rinnovati colori della vite. Giallo, arancione e rosso ne sono i protagonisti. Il tempo del foliage diventa così l’occasione perfetta per vivere un territorio e i suoi vini. Ancora una volta, Vietti è il luogo in cui prenotare la propria esperienza. Alla scoperta del bello.

Annata 2023

In un’annata segnata da eventi atmosferici estremi, la Langa del Barolo ha avuto la fortuna di essere risparmiata dalla maggior parte di questi. È stata messa a dura prova l’esperienza del viticoltore, che in questa annata ha fatto la differenza qualitativa e quantitativa. Abbiamo iniziato la vendemmia ai primi di settembre con il Timorasso: uva molto fresca con acidità vibrante e tenore zuccherino nella media. Intorno al 15 settembre è stato il momento dell’Arneis: rese più basse dovute alla grandinata di inizio luglio, ma grande eleganza ed equilibrio. Sempre a metà settembre è stata ora del Dolcetto: uva molto matura con note fruttate, tipiche di questa varietà storica delle nostre terre. La Barbera ha completato la sua maturazione verso il 25 di settembre ed è stata una grande sorpresa, soprattutto dal punto di vista organolettico, presentandosi a nostro avviso con un eccezionale potenziale di invecchiamento dovuto principalmente alla freschezza e alla minor concentrazione. Dal 30 settembre è iniziata la vendemmia del Barbaresco e del Barolo, che si è conclusa per Vietti il 18 ottobre. Alla resistenza, tipica del Nebbiolo, si sono sommate altre caratteristiche che hanno fatto la differenza in una annata come questa. La vite ha infatti saputo reagire e adattarsi in maniera positiva a ogni situazione. La vendemmia, oltre a essere generosa è stata anche equilibrata in termini di quantità: non accadeva da almeno due anni. Le prime sensazioni sono che i tannini abbiano davvero raggiunto la maturazione completa, caratteristica fondamentale e non scontata che in cantina ci permetterà di poterci muovere liberamente tra le nostre tanto amate vinificazioni a cappello sommerso. Queste ultime favoriscono equilibrio, eleganza e intensità, rispettando i singoli grandi terroirs che abbiamo la fortuna di avere. Stanchi ma molto soddisfatti.

L’autunno, in Langa, accoglie. È tempo di Fiera e uva

Non è sufficiente appellarsi all’idea di folclore che, secondo la Treccani, rappresenta l’aspetto vivace pittoresco e popolaresco di un ambiente o di una situazione. È in una delle sfaccettature che nutre la parola ‘cultura’ che può essere incasellato questo tempo tra le colline del Vino. Giunta alla sua 93esima edizione, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba ha portato sotto le torri della città di Alba nuovi colori e profumi, al ritmo dei rulli di tamburi. E con sé, l’autunno. Così anche la vigna segue nuove cromie e solo pochi grappoli, resistenti, come il vino che ne sarà, si lasciano coccolare dalla nebbia mattutina. Una stagione che, ancora per pochi giorni, consente di vivere sia l’uva sia il vino: in vigna, in cantina o all’aria aperta, come promettono le nostre esperienze. Dalla degustazione ai trekking attraverso le visite al negozio: questo tempo, il Tempo del vino per eccellenza tra le Langhe, accoglie.

Barolo Lazzarito 2019: nella top 10 tra i vini più apprezzati in Gran Bretagna, secondo Liv-Ex

Al naso è affascinante e profondo. Al palato si presenta robusto, muscoloso, con un finale teso e minerale. Il tannino è quello tipico di Serralunga. Piacevole la persistenza dolce sul finale. Si presenta così il Barolo Lazzarito 2019 di Vietti. A dichiararlo è anche Liv-Ex, la piattaforma più importante del mondo per quanto riguarda i vini da investimento. Ed è proprio in Gran Bretagna che il Barolo Lazzarito 2019 Vietti è nella top ten, alla sesta posizione, tra i vini più apprezzati e ricercati. Una conferma rispetto alla potenzialità del Nebbiolo nel corso del tempo.

Annata 2023

In un’annata segnata da eventi atmosferici estremi, la Langa del Barolo ha avuto la fortuna di essere risparmiata dalla maggior parte di questi. È stata messa a dura prova l’esperienza del viticoltore, che in questa annata ha fatto la differenza qualitativa e quantitativa. Abbiamo iniziato la vendemmia ai primi di settembre con il Timorasso: uva molto fresca con acidità vibrante e tenore zuccherino nella media. Intorno al 15 settembre è stato il momento dell’Arneis: rese più basse dovute alla grandinata di inizio luglio, ma grande eleganza ed equilibrio. Sempre a metà settembre è stata ora del Dolcetto: uva molto matura con note fruttate, tipiche di questa varietà storica delle nostre terre. La Barbera ha completato la sua maturazione verso il 25 di settembre ed è stata una grande sorpresa, soprattutto dal punto di vista organolettico, presentandosi a nostro avviso con un eccezionale potenziale di invecchiamento dovuto principalmente alla freschezza e alla minor concentrazione. Dal 30 settembre è iniziata la vendemmia del Barbaresco e del Barolo, che si è conclusa per Vietti il 18 ottobre. Alla resistenza, tipica del Nebbiolo, si sono sommate altre caratteristiche che hanno fatto la differenza in una annata come questa. La vite ha infatti saputo reagire e adattarsi in maniera positiva a ogni situazione. La vendemmia, oltre a essere generosa è stata anche equilibrata in termini di quantità: non accadeva da almeno due anni. Le prime sensazioni sono che i tannini abbiano davvero raggiunto la maturazione completa, caratteristica fondamentale e non scontata che in cantina ci permetterà di poterci muovere liberamente tra le nostre tanto amate vinificazioni a cappello sommerso. Queste ultime favoriscono equilibrio, eleganza e intensità, rispettando i singoli grandi terroirs che abbiamo la fortuna di avere. Stanchi ma molto soddisfatti.

Parlare di Gianni Gallo significa parlare di arte, di Langa, di vino, di poesia

Sono queste le parole che Carlin Petrini dedica a Gianni Gallo, non solo disegnatore, incisore e artista di queste colline e delle sue espressioni vitivinicole ma anche uomo attento, conoscitore di questi luoghi e dei suoi sapori, dei suoi uomini con cui, nel corso della sua vita, ha tessuto relazioni di valore e di crescita. Le stesse che hanno permesso a Vietti, nelle persone di Luciana e  Alfredo, di essere riconosciuto a livello internazionale. Era l’inizio degli anni ’70 quando Gianni Gallo realizzò le prime etichette: per il Moscato un fascio di spighe e fiori, per la Barbera un grillo su un pentagramma e una seconda con l’insettonascosto tra erbe e fiori. E poi le rappresentazioni per la Freisa e i cru di Barolo. Ma Gianni Gallo, lo ricorda la Langa, è stato anche e soprattutto collettore di artisti e unione di talenti. Era una sera d’inverno, quando a casa di Luciana e Alfredo, Gianni Gallo, Claudio Bonichi e altri amici diedero forma al progetto Etichette d’Autore. Ma la storia che lega Gianni Gallo al marchio Vietti include anche la capacità di resistere, come i vini insegnano. A loro il coraggio di seguire e difendere un’idea nonostante, erano gli anni ’70, un giornalista tedesco espresse un parere negativo nel trovare insetti e fiori a vestire le bottiglie.

Castiglione Falletto: la nostra casa, la casa del vino

La storia di Castiglione Falletto ha inizio in epoca romana ed è facile comprenderne il motivo strategico: si erge su una collina di 350 metri e domina il territorio in ogni direzione.  Ma è nel Medioevo sotto il controllo dei Marchesi di Saluzzo e nello specifico della famiglia Falletto che la costruzione di una vera e propria fortezza quadrangolare ne caratterizza il suo destino. Si alternano feudatari, poi la Francia e infine Casa Savoia fino all’Unità d’Italia. Ai piedi del castello domina la nostra vigna vecchia Scarrone, con un affaccio privilegiato a sud-est, quindi in direzione Serralunga. Qui i grappoli di barbera brillano a settembre quando l’invaiatura prende possesso. Una luminosità che persiste al palato quando il frutto si è fatto vino.

Wine Spectator riconosce la qualità Vietti

Ancora una volta, grazie a Wine Spectator per aver riconosciuto la qualità dei nostri vini: Barolo Ravera 2019 – Punteggio 97 Barolo Rocche di Castiglione 2019 – Punteggio 96 Barolo Monvigliero 2019 – Punteggio 94 Barolo Lazzarito 2019 – Punteggio 94 Barolo Cerequio 2019 – Punteggio 94 Barbera d’Alba Vigna Vecchia Scarrone – Punteggio 92 Barbera d’Asti La Crena 2020 – Punteggio 90 Barbera d’Alba Vigna Scarrone 2021 – Punteggio 90

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12060 Castiglione Falletto (CN)
Italia


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